
“Dobbiamo distruggere il potere militare del nemico e lo distruggeremo. A Belogorivka, Maryinka, Avdiivka, Bakhmut, Vuhledar e Kamianka si sta decidendo quale sarà il nostro futuro. Qui si combatte per il nostro futuro”. Così ha parlato il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, che ha aggiunto che “al momento, più di 170mila chilometri quadrati del territorio dell’Ucraina rimangono pericolosi a causa delle mine e dei proiettili nemici che non sono esplosi”.
Macron e Orban cercano arginare divergenze, “uniti” su Ucraina
Il presidente francese, Emmanuel Macron, e il primo ministro ungherese, Viktor Orban, hanno messo da parte le loro diverse visioni di politica internazionale, soprattutto nel rapporto con la Russia e sul futuro dell’Ue, e hanno scelto a Parigi di dare un’immagine di unità riaffermando il sostegno all’Ucraina. L’Eliseo, al termine della cena tra i due, ha diffuso una nota che ha voluto ribadirlo: “Durante l’incontro, entrambi hanno avuto l’opportunità di riaffermare la necessità di unità dei Paesi europei nel loro sostegno all’Ucraina di fronte all’aggressione russa, soprattutto applicando sanzioni severe contro Mosca”.
Orban è stato il leader europeo più critico sull’ondata di sanzioni Occidentali e recentemente ha proposto che Stati Uniti e Russia aprano negoziati per porre fine al conflitto ucraino, un atteggiamento che ha creato irritazione a Kiev, che si vede esclusa dall’iniziativa. Senza entrare nei dettagli, la presidenza francese ha indicato che l’incontro di Parigi – a più di un anno dal loro ultimo bilaterale nel dicembre 2021 a Budapest- è servito anche per affrontare il tema della ratifica della richiesta di adesione alla Nato di Svezia e Finlandia che il Parlamento ungherese sta discutendo in queste settimane.
Orban si è detto pubblicamente favorevole all’ingresso dei due Paesi nordici nella Nato, ma ha aggiunto che tra i deputati del suo partito, Fidesz, ci sono diversi contrari per via delle critiche di Stoccolma ed Helsinki all’attuale governo ungherese, considerato autoritario e ultranazionalista. Dei 30 membri dell’Alleanza atlantica, solo Turchia e Ungheria devono ancora ratificare le due nuove candidature presentate sull’onda della guerra in Ucraina. Una fonte diplomatica francese ha dichiarato di essere “abbastanza fiducioso” riguardo al processo parlamentare avviato a Budapest.
Il comunicato dell’Eliseo non fa cenno al contenzioso relativo all’applicazione dello stato di diritto in Ungheria: è un tema sensibile a Bruxelles, che ha sanzionato finanziariamente e congelato i fondi a Budapest per non aver rispettato le regole democratiche richieste dall’Unione.
La presidenza francese cita però punti di “convergenza” tra Macron e Orban, come la promozione di un sistema di difesa europeo e l’aumento dell’energia nucleare nel continente.
Inaugurato ‘Peace village’ a Brovary, donato da aziende italiane
Si è tenuta in Piazza della Libertà nella città di Brovary, vicino Kiev, l’inaugurazione del ‘Peace Village’, uno spazio multinazionale e rifugio climatico a servizio della popolazione civile, progettato dall’architetto Mario Cuccinella e donato a Brovary dal Movimento Europeo Azione Nonviolenta (Mean) insieme con un pool di imprese italiane. Da parte ucraina, il progetto è stato curato dalla Fondazione di beneficenza internazionale di Serhii Malyk ‘Free Spirit of Ukraine’ e Kyiv Municipal Motor Car Club con il sostegno dell’Amministrazione statale del distretto di Brovary della regione di Kiev e del Consiglio comunale di Brovary. All’evento di inaugurazione sono stati invitati Volodymyr Maibozhenko, capo della Brovary Rda della regione di Kiev, Ihor Sapozhko, sindaco di Brovary, e rappresentanti del Mean e delle aziende italiane che hanno finanziato questo progetto.
Cinquanta attivisti del Mean, con l’intenzione di operare concretamente per la cultura della pace ed il sostegno umano e non violento alla popolazione aggredita, stanno tornando in Ucraina per un nuovo importante appuntamento: l’inaugurazione del ‘Villaggio della Pace’ a Brovary.
Zelensky: “Futuro dipende da esito battaglie nell’Est”
Il futuro dell’Ucraina dipende dall’esito delle battaglie cruciali in corso nell’Est del Paese.
Lo ha affermato il presidente ucraino Volodymyr Zelensky nel suo tradizionale discorso serale. “È molto dura a est, molto dolorosa. Dobbiamo distruggere il potere militare del nemico. E lo distruggeremo”.
Parolin: “Santa Sede sta dando fondo a sua creatività diplomatica”
“La Chiesa ha un approccio diverso da quello dei singoli stati, ha una visione universalistica e vuole lavorare concretamente per la pace. Stiamo dando fondo a tutta la nostra creatività per trovare una via ma il primo passo deve essere il cessate il fuoco”. Così il Segretario di Stato della Santa Sede Cardinale Pietro Parolin a margine del colloquio con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni nella sede della rivista La Civiltà Cattolica a Roma. “Il Papa vuole andare in entrambe le capitali. Lo ha detto fin dall’inizio. Ritiene che il servizio alla pace può essere fatto solo se incontrerà il presidente Putin e il presidente Zelensky”, ha aggiunto.